L’Industrial Chic, fino a pochi anni fa, era il genere di arredamento che vedevamo in film o serie tv americane, dove loft o appartamenti di artisti e intellettuali mostravano. In luogo di mobili e complementi classici, elementi provenienti da fabbriche e uffici, pezzi d’ingranaggio, materiali ruvidi. In seguito, lo stile ha cominciato a invadere piacevolmente locali pubblici e ristoranti alla moda, per arrivare agli ambienti domestici.
Se nei vostri progetti c’è una casa insolita, giovane, molto personale, però senza troppe romanticherie e di taglio marcatamente metropolitano, l’industrial chic fa per voi. Non è necessario risiedere in un antico capannone o in un ex laboratorio con alte vetrate e soffitti lignei.
Senza dubbio occorre tener conto delle caratteristiche costruttive dell’edificio, tuttavia un appartamento nel complesso “neutro” è ottima base, mentre, laddove possibile, una parete di mattoni a vista o imbiancati, tubi in ghisa, pavimentazioni da autorimessa o in parquet “povero” formeranno il set ideale.
Non dovrete saccheggiare magazzini dell’usato, mercatini, o addirittura raccoglitori di ferro vecchio: piuttosto scegliete alcuni pezzi di grande rilievo, da unire a mobili essenziali nelle linee, a tendaggi in lino grezzo, cotone stropicciato, canapone e a soluzioni anticonvenzionali per conservare tipiche presenze domestiche, dalle foto di famiglia agli utensili.
Interessanti esempi di pezzi industriali da portare a casa sono schedari e stipi metallici, che reinventerete con soprammobili e vernici anticanti; parti di macchinari decoreranno una parete o poggeranno su un comò semplice, elegante; le lampade che illuminavano gli stabilimenti rischiareranno il tavolo da pranzo, e un vecchio tecnigrafo ospiterà stampe, lettere, cartoline e disegni, magari da sostituire a rotazione, e alti seggiolini, invece che davanti a macchine per cucire i sacchi, attenderanno presso il bancone della cucina, per la prima colazione.
Decorazioni perfette, e tutte da scovare in qualche giornata di “caccia all’usato”, sono insegne e parti di esse, componenti di telai, progetti, strumenti di misura e orologi con timbratore, così come modelli in gesso e legno utilizzati dagli artigiani.
Accennavamo a sistemi alternativi per presenze tradizionali e anche necessarie: le foto andranno a dar bella mostra in una bacheca, oppure su una grande lastra di alluminio macchiato ad arte, fissate con nastri adesivi, o ancora appese all’intelaiatura arrugginita di una finestra a riquadri proveniente da qualche opificio. Mestoli, pentole, attrezzi penderanno da ganci su sbarre metalliche, mentre una grossa, scabra lavagna riporterà messaggi e disegni.
A completare l’insieme, penseranno assemblaggi d’oggetti insoliti eppure decorativi: grossi gomitoli da spago, corde su rocchetti, barattoli pieni di bottoni, registratori di cassa dell’altro secolo e gloriose macchine per scrivere.
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