Un locale spesso lasciato al caso, dove invece può esprimersi il tono dell’arredo, anche con un pizzico di sperimentazione.
Qualsiasi manuale o articolo di arredamento, perfino il più datato , ricorda che l’ingresso è il biglietto da visita di una casa, il luogo dove si crea la prima impressione per gli ospiti, ma anche dove chi rientra percepisce o meno un’atmosfera accogliente e che si confaccia davvero alla sua personalità. Eppure, nelle abitazioni di taglio tradizionale, che hanno una vera e propria stanza d’ingresso, più o meno ampia, spesso questo spazio non è molto curato, anzi, risulta piuttosto affidato al caso e tendenzialmente banale, perfino quando grande impegno emerge nella decorazione degli altri spazi.
Con pochi passi, tuttavia, l’ingresso diviene davvero area di benvenuto, e la sua “sussidiarietà” di luogo di passaggio, dove non si trascorre tempo, offre l’occasione per qualche trovata più audace che, in grandi superfici piuttosto che in zone sempre sottocchio, stancherebbe e stonerebbe come eccessiva.
Le componenti pratiche indispensabili sono minime: un piano d’appoggio, se possibile uno specchio, un attaccapanni o un armadio a muro, una panchetta, una sedia, oppure un divanetto, utili anche per appoggiare provvisoriamente pacchetti e borse.
Ingressi spesso bui, privi di finestra o con affacci poco luminosi, inducono molti all’uso del bianco: eppure, adoperato con piattezza, il non colore spegne quanto dovrebbe illuminare. Meglio, quindi, abbinarlo a fasce colorate, stencil elaborati, grandi sticker a contrasto, pannellature.
Contrariamente al luogo comune che le giudica inappropriate, tinte forti, scure, applicate anche al soffitto, o carte da parati con decori esuberanti, trovano splendide ambientazioni in locali ristretti, se combinate a punti luce che indirizzino fasci dall’alto verso il basso e rischiarino punti focali, come un bel quadro, lo specchio, una collezione di foto in cornici quadrate. Una lampada d’appoggio, con paralume, campana in vetro, schermo di pergamena, resterà accesa quando ci sono ospiti in soggiorno, per completare l’idea di calore.
L’ingresso ospita con stile anche pezzi fortemente caratterizzanti e di puro decor: un manichino, un baule stravagante, una scultura orientale, l’installazione di un artista contemporaneo sono solo alcuni esempi. Le dimore più classiche accoglieranno chi entra con tappezzerie in tessuto, con una nicchia dal fondo colorato in cui esporre oggetti accuratamente selezionati, dai libri antichi agli argenti, senza dimenticare i tappeti. A proposito di tappeti: meglio sceglierne più di uno, in forme squadrate e colori eleganti, evitando la passiera che mortifica passaggi già stretti e appare anacronistica.
E se lo spazio è davvero minuscolo? Un muro dalla tinta fluo, uno sgabello e una console ironicamente trasformata in forma barocca dipinta o applicata, e sovrastata da mensola e specchio come un vero mobile, creeranno il vostro ingresso, che nessuno chiamerà “ingressino”.
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